LA CONFSAL in Audizione preliminare Esame Legge di Bilancio 2024
Ieri, martedì 7 novembre 2023, davanti alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato si sono svolte le audizioni preliminari delle parti sociali relative all’esame della legge finanziaria 2024.
La CONFSAL è stata rappresentata da Rocco Freda, responsabile ufficio studi economici Confsal e da Vincenzo Di Biasi, responsabile ufficio previdenza.
La Confsal nell’ambito di una lettura critica del provvedimento all’esame del parlamento (pertanto NON ANCORA DEFINITIVO), ha innanzitutto evidenziato la necessità che le misure previste per il solo anno finanziario 2024, diventino strutturali per gli anni successivi:
- la decontribuzione parziale dell’art 5 per i lavoratori dipendenti e quella totale dell’art 37 per le lavoratrici con figli, messe a sistema con le misure fiscali del welfare aziendale di cui all’art. 6 e la graduale riduzione del carico tributario in atto per i redditi medio-bassi.
La riduzione dell’imposta al 5% sui premi di risultato di cui all’art. 7, deve essere un passo ulteriore verso la completa detassazione di detti emolumenti.
La Confsal ha ribadito la necessità di abolire ogni forma di tassazione sui redditi bassi (tassa sulla povertà), supportare le lavoratrici e i lavoratori con figli, anche mediante strutture funzionali a latere rispetto agli ambienti lavorativi, come ad esempio asili nido o doposcuola aziendali, dove impiegare il personale docente precario, prevedendo misure più incisive sulla stabilizzazione dei precari.
In merito al rifinanziamento del fondo per i rinnovi contrattuali, le risorse destinate dall’art. 10 per il personale del pubblico impiego evidenziano sicuramente una certa attenzione rispetto al tema, per la Confsal la questione contrattuale è ancora aperta essendo l’incremento di 3 miliardi di euro per l’anno 2024 insufficiente a fronteggiare la spirale inflazionistica a tutela del potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per quanto riguarda il rifinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, la Confsal ha chiesto che vengano meglio esplicitato come saranno impiegate le risorse stanziate per l’anno 2024. Inoltre ha ribadito che è del tutto assente ogni riferimento relativo a nuove assunzioni. IN merito alla carenza di medici si è proposto di abolire il numero chiuso per accedere ai corsi di laurea.
Intervenendo sulla “previdenza” abbiamo ricordato che è in atto un confronto con il Ministero del lavoro su ipotesi di revisione del sistema pensionistico.
Ipotesi che caldeggiano interventi di vario genere e con effetti di breve, medio e lungo periodo; in ogni caso ipotesi tendenti a migliorare alcuni meccanismi di accesso alla pensione e di determinazione della stessa. Ed è proprio alla luce di tale confronto, avviato e non concluso, che ci ha sorpreso non positivamente il complesso di interventi previsti nel ddl legge di bilancio 2024.
Interventi inaspettati e contraddittori rispetto a quanto dichiarato dal Ministro del lavoro nel corso dei vari incontri avvenuti nei mesi appena passati.
Con la legge di bilancio 2024 si prospettano:
1. Allungamento dei tempi di attesa tra la maturazione dei requisiti e la data di effettiva corresponsione del trattamento pensionistico (cd. finestra):
- 5 mesi per l’APE;
- 7 mesi, settori privati, per quota 103;
- 9 mesi, settori pubblici, per quota 103;
2. Limiti al trattamento pensionistico percepibile nelle ipotesi di uscite anticipate;
3. Calcolo della pensione interamente con il Sistema Contributivo nel caso di accesso alla pensione con Quota 103 del 2024;
Abbiamo fatto presente che nessuno di questi interventi, oltre ad una generica opportunità di uscire anticipatamente, presenta una prospettazione migliorativa del sistema vigente, anzi appare più tendente a disincentivare l’utilizzo di tali strumenti.
In merito all’articolo 33 del DDL con il quale si prospetta una revisione peggiorativa delle aliquote di rendimento per i dipendenti iscritti alle casse: CPDEL (Cassa pensioni dipendenti Enti Locali), CPS (Cassa Pensioni Sanitari), CPI (Cassa Pensioni Insegnanti) e CPUG (Cassa Pensioni Ufficiali Giudiziari), generando un grave danno nella determinazione del trattamento pensionistico. Il dispositivo normativo riscriverebbe, oggi per allora, la storia previdenziale pregressa dei dipendenti iscritti a tali Casse previdenziali, ledendo un diritto perfezionato e consolidato nel tempo;
La norma inoltre aggrava notevolmente gli oneri per il riscatto (laurea e/o altro) e la ricongiunzione di periodi assicurativi quadruplicando i costi a carico dei dipendenti. (ndr suggeriamo per coloro che hanno periodi di lavoro nel settore privato, se non l'avessero ancora fatto, di presentare con urgenza (entro il 31/12/2023) la richiesta di ricongiunzione legge 29.
Noi siamo per la salvaguardia dei diritti acquisiti, motivo per cui abbiamo fermamente chiesto l'eliminazione di tale previsione normativa dal disegno di legge.